Itinerario archeologico Parco Valle dei Templi


Dalla Rupe Atenea al Tempio di Giunone


La visita del Parco archeologico inizia idealmente dalla cima della Rupe Atenea dove si ergeva un Santuario di Zeus Atabyrios e di Athena Lindia, divinità protettrici importate da Rodi. Ne fa menzione Polibio.

Sull’estremità orientale della Rupe, sopra il cimitero di Bonamorone, si trovano: il Tempio di Demetra, inglobato nella chiesetta medioevale di San Biagio, il Santuario rupestre di Demetra e di Persefone, legato al culto dell’ acque sgorgante da due cavità naturali; resti delle fortificazioni greche (porta I col vicino baluardo a tenaglia e la porta II o Porta Gela da cui si diramava la strada per Gela). Scendendo ancora, lungo la Via Panoramica dei Templi, s’incontra uno dei parcheggi della Valle dei Templi, la biglietteria e il Tempio di Giunone, databile intorno al 460 a.C. Davanti al tempio, i resti dell’ ara sacrificale. Ad ovest, si apriva un’altra porta (Porta III).

La Collina dei Templi


Lasciato il tempio, si percorre a piedi la Via Sacra, una strada moderna che taglia da est verso ovest la Collina dei Templi. A sinistra, resti delle mure greche e arcosoli bizantini che testimoniano l’uso cimiteriale della zona alla fine dell’età pagana. Più avanti l’ Antiquarium di Agrigento paleocristiana e il Tempio della Concordia, tra i meglio conservati del mondo greco insieme al Tempio di Era a Paestum e Tempio di Hephaistos o Teseion a Atene. L’ armonia delle proporzioni e la bellezza delle forme ne fanno uno dei capolavori dello stile dorico.

Proseguendo, si vedono, sulla destra, un gruppo di tombe sub divo che fanno parte della necropoli paleocristiana; a sinistra, nel giardino di Villa Aurea, una zona sepolcrale ipogea (catacombe o grotte di Fragapane).

Dopo la Villa Aurea, ultima dimora del compianto capitano e mecenate inglese Alexander Hardcastle, ecco il Tempio di Ercole (Eracle), il più antico dei templi agrigentini. Innalzato alla fine del VI sec. a.C. e descritto da Cicerone nella IV Verrina, il tempio conserva 8 colonne del lato sud, rialzate nel 1924 grazie alla munificenza di Alexander Hardcastle. Sotto il tempio, a qualche centinaio di metri, si scorge un monumento sepolcrale di epoca romana, impropriamente detto “tomba di Terone”.

Oltrepassiamo la strada moderna che girando a sinistra attraverso la porta IV o Aurea porta al piano di San Gregorio (resti del Tempio di Asclepio) e a San Leone (antico Emporion). Attraverso l’ingresso Hardcastle, si entra nell’area del colossale Tempio di Zeus o Giove olimpico, tra i più grandi del mondo greco. Costruito dopo la vittoria riportata nel 480 a.C. a Imera, presentava tra le pseudocolonne delle statue di giganti telamoni, alti 7.61m. Al centro del tempio, il calco di uno dei telamoni, il cui originale si conserva al museo archeologico.

Nell’area sottostante, il Santuario delle Divinità Ctonie (Demetra e Persefone) che al centro presenta quattro colonne con sovrapposta trabeazione, ricomposte nel XIX sec., conosciute come Tempio di Castore e Polluce. A nord, il giardino della Kolymbetra, agrumeto gestito dal FAI. A sud, la porta V, attraverso la quale si giunge alla biglietteria e parcheggio Sant’Anna. Proseguendo in direzione di Villaseta, da un viottolo a destra si giunge al Tempio di Vulcano o Efesto di cui rimangono il basamento e due colonne.

Dall’Agorà al Museo archeologico


Tornando verso la porta Aurea e risalendo verso la città moderna, arriviamo al poggetto di San Nicola dove anticamente era l’agorà superiore, dominato dall’omonima chiesa gotico-cistersense. All’interno, il noto sarcofago detto di Fedra e di Ippolito e il “Signore della Nave”, grande Crocifisso che ha ispirato una novella e di un’opera teatrale di Luigi Pirandello.

All’esterno, dopo aver goduto della magnifica vista verso i templi e il mare, si incontra l’ “Ekklesiasterion“, luogo di riunione dell’assemblea popolare e il cosiddetto Oratorio di Falàride.

Dietro la chiesa, sui resti del monastero cistersense, è stato costruito il Museo archeologico regionale con diciannove sale espositive. Da non perdere la collezione vascolare, il telamone e il famoso Efebo di Agrigento. Nelle vicinanze, il Quartiere ellenistico-romano mostra resti di abitazioni e strade che ci danno un’idea dell’organizzazione urbanistica della città antica.

Visite guidate


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