Da vedere ad Agrigento


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La città di Agrigento si dispone sulla sommità (circa 230m sul livello del mare) di due amene colline, il colle di Girgenti, ad ovest, e la Rupe Atenea, ad est, un tempo separate da un avvallamento creato artificialmente dal filosofo Empedocle per permettere all’aria salubre di circolare nella città sottostante afflitta dalla malaria. I lavori di colmatura, iniziati nel 1860, hanno creato una spianata irregolare cinta da edifici pubblici e governativi che risalgono alla fine dell’ ottocento e ai primi del novecento: il Palazzo della Provincia e della Prefettura; la Questura, la sede della Poste; il Palazzo ex Gil; il Palazzo INAIL; il Palazzo del Genio Civile; la Caserma dei Carabinieri, la Stazione ferroviaria, la Banca d’Italia.
Ad est, dalla Porta di Ponte, si entra in Via Atenea (antica Via Maestra). La strada principale della città, lunga e tortuosa, si snoda ai piedi del centro storico e finisce nella Piazza Municipio. Ancora più ad est, il quartiere del Rabato, gravemente danneggiato dalla frana del luglio 1966. Ad ovest, accanto alla Chiesa di San Calogero, inizia un lungo (1km) viale alberato, il Viale della Vittoria, comunemente chiamato “la passeggiata”. Iniziato nel 1848, per assicurare lavoro ai disoccupati della città, ha determinato una espansione urbana, al di fuori dell’antica cinta muraria medioevale, verso est, fino a lambire la Rupe Atenea con edifici che risalgono, per lo più, al periodo che precede la seconda guerra mondiale. Sulla destra, la Villa Bonfiglio col Monumento ai Caduti (1923), opera di Mario Rutelli. Dal Viale si gode una vista magnifica verso la sottostante Valle dei Templi e il Mare Mediterraneo.
Nel secondo dopoguerra, la città di Agrigento ha conosciuto un disordinato sviluppo urbano che ha interessato le pendici occidentali della collina e il rione sottogas, immediatamente a valle del centro storico e della stazione ferroviaria, con la costruzione di anonimi grattacieli che ne hanno in gran parte occultato la vista. La disastrosa frana del 19 luglio 1966 ha segnato la storia recente di Agrigento danneggiando antichi quartieri e lasciando senza tetto 7.500 abitanti. L’esigenza di dare un’abitazione a quanti ne erano rimasti privi ha portato alla nascita, a qualche chilometro dal centro, di numerosi quartieri satelliti spesso collegati con viadotti che caratterizzano il paesaggio urbano: Villaseta, Monserrato, Fontanelle, il lido di San Leone, il Villaggio Mosè. Ad essi si aggiungono le frazioni “storiche” di Montaperto, Giardina Gallotti e San Michele.